Rapporto dal Centro Culturale di Boujhab
27 Gennaio 2014
Situazione attuale nella comunità accampata nell’area di Boujhab
Siamo partiti da diverse constatazioni per sviluppare questo progetto ed evidenziarne gli interessi:
- A Bouhjab sono disponibili varie risorse, che sono poco sfruttate. Queste risorse, trasformate o no, potrebbero diventare prodotti artigianali che porterebbero nuove fonti di guadagno agli abitanti. Questi prodotti potrebbero essere poi venduti ai turisti di passaggio, stando esposti in una tenda a Boujhab o nei negozi delle città, e agli abitanti locali.
- Molte ragazze della comunità non sono ancora né sposate, né scolarizzate. Esse rappresentano una potenziale mano d’opera, particolarmente motivata.
- Il douar, (l’accampamento?) si trova all’estremità del deserto: si deve quindi contraddistinguere rispetto agli altri posti in modo di attirare i turisti fino a lì.
- Bouhjab è riconosciuta per il suo senso dell’accoglienza. Tuttavia, non c’è nessun posto che permette ai turisti, spesso di passaggio, di fermarsi e condividere un momento di convivialità per conoscere un po’ meglio la cultura berbera (degli Imazighen).
- I giovani della comunità non hanno nessun luogo né materiali che permettano loro di accedere alla cultura.
Descrizione del progetto
La cooperativa, punto di vendita e centro culturale, prenderebbe la forma di un accampamento con quattro ambienti diversi.
Un primo ambiente ospiterebbe la cooperativa dove verrebbero confezionati i prodotti trasformati. I turisti potrebbero visitare la cooperativa per vedere come vengono fabbricati i prodotti. Potrebbero anche partecipare ad alcune attività e provare, per esempio, a tessere.
Il secondo ambiente sarebbe destinato al punto di vendita dei prodotti artigianali, con un angolo di accoglienza tipo « sala da tè » per i turisti.
Il terzo ambiente sarebbe destinato alla cultura, per i giovani della comunità e per i turisti. In questo ambiente si troverebbero libri, un computer e un proiettore che permetterebbero la diffusione di vari media. Potrebbe anche servire come luogo dove fare mostre pedagogiche o artistiche. Queste mostre potrebbero costituire un introito per l’associazione della comunità, grazie alle donazioni che raccoglierebbe.
L’ultimo ambiente costituirebbe un luogo di accoglienza per i stagisti o i gruppi di visitatori con tende-camere e una sala di riunione.
Un atelier potrebbe essere allestito e servire come magazzino per i prodotti, per esempio le pelli e la lana.
Questo centro di accoglienza, installato in tende, darebbe così in valore l’abitazione tradizionale della regione e rappresenterebbe la comunità.
Identificazione di eventuali freni
Nella zona ci sono già diverse famiglie nomadi. Producono tappeti, formaggio di capra, piccoli oggetti in pelle di capra, oli essenziali…
La difficoltà è quindi di differenziarci da queste famiglie. Per ovviare a questo freno, si potrebbe organizzare una partnership tra famiglie, che potrebbero così scambiare e vendere i diversi prodotti tra di loro. L’angolo di accoglienza, il Centro culturale e la sua architettura sarebbero caratteristiche proprie alla comunità di Bouhjab.
Protagonisti del progetto
Questa cooperativa potrebbe far lavorare una decina di giovani ragazze non sposate, che non sono più scolarizzate, o donne sposate che hanno voglia di svolgere un’attività che potrebbe portare un introito supplementare alla famiglia. Ogni famiglia e produttore potrà anche vendere i suoi prodotti fabbricati a casa (tappeti, braccialetti, ecc.) secondo le richieste della cooperativa.
Materializzazione del progetto
I prodotti proposti sarebbero:
- Tappeti, vestiti e accessori realizzati con la lana locale
- Vestiti ricamati
- Formaggio di capra
- Saponi biologici fatti con la cenere
- Perle → braccialetti, collane
Le altre fonti di introito sarebbero:
- La sala da tè con merenda dove sarebbero proposti tè, caffè, pane, pasticcini per circa 25DH
- Le opere esposte al centro culturale, che potrebbero essere comprate.
Funzionamento:
Occorre distinguere le persone che vendono prodotti fatti in casa propria dalle quelle stipendiate che fabbricano i prodotti alla cooperativa e accolgono i turisti. Le persone stipendiate lavorerebbero con un sistema di turni a giornata o mezza giornata.
Le donne pagano un contributo all’inizio per contribuire al finanziamento del progetto, ma anche per incoraggiarle ad impegnarsi. Questo contributo sarebbe presto recuperato grazie al loro stipendio mensile. I benefici della cooperativa saranno divisi in tre parti: lo stipendio delle donne secondo il loro tempo di lavoro nella struttura, il funzionamento e il mantenimento della cooperativa e gli aderenti, finanziatori, che recupererebbero una parte annuale dei benefici.
Studi economici (carico d’investimento, lista del materiale)
Costruzione della struttura
Lista del materiale:
Atelier (ambiente 1):
Macchinari
Materiale da cucina,
Matériel de cuisine, cucine a gaz, frigoriferi, grande pentole, vari utensili…
Toilettes e lavabos
Vasetti e eticchette
Show room e sala da tè (ambiente 2) :
Mensole per punto vendita
Mobili per sala da tè, sedili a panchina, tavoli, stoviglie…
Tenda dei media culturali (ambiente 3) :
Mensole per libri
Libri
Computer
Proiettore
Tavole e sedie, sedili a panchina
DVD
Tenda per l’accoglienza (ambiente 4):
Materassi
Grandi tavoli e sedie
Formazione (training ?) per confezionare i prodotti
Comunicazione
il responsabile del progetto
Omar EL Kassioui
(traduzione di Laure Gilbert)